L’aumento delle temperature e la maggiore frequenza di eventi climatici estremi, come siccità, tempeste, inondazioni, minacciano anche la sicurezza alimentare: tra il 1981 e il 2019 il potenziale di rendimento globale per le principali colture è diminuito di valori compresi tra l’1,8 e il 5,6%. Tra il 2000 e il 2017, le emissioni collegate agli allevamenti sono aumentate del 16%.
Contemporaneamente sono aumentate le diete squilibrate, soprattutto nei Paesi ad alto reddito: nel 2017 sono stati registrati circa 990.000 decessi a livello globale collegati più o meno direttamente ad un consumo eccessivo di carne rossa.
Peraltro gli alimenti che quotidianamente ingeriamo possono essere contaminati da sostanze chimiche o essere veicolo di agenti eziologici, e dunque costituire un rischio per la nostra salute. La Sicurezza Alimentare ha l’obiettivo di far pervenire sulle nostre tavole alimenti sicuri. Ma il rischio zero non esiste. Puntare sul Biologico sicuramente può essere di aiuto, meglio ancora il chilometro zero, se conosciamo bene il produttore ed i suoi “metodi”.
La tossicità di una sostanza, inclusi i contaminanti e residui, è in funzione del tipo di sostanza ma anche della dose assunta e della durata dell’esposizione ovviamente.
Le contaminazioni degli alimenti, che siano di tipo fisico, chimico o biologico, hanno sempre come possibili fonti l’ambiente (aria, suolo, acque), materiali e macchinari, le piante, gli animali e l’uomo
(produttore/operatore). Possiamo trovare residui di antibiotici, ormoni e steroidi nelle carni, l’utilizzo di additivi, come coloranti, conservanti o aromi utilizzati in alimenti o bevande; l’igiene dei prodotti alimentari e gli inquinanti rivestono quindi un ruolo primario.
Nella sicurezza alimentare operano diverse figure professionali, organizzate in team multidisciplinari; la Sicurezza Alimentare risulta fondata su un sistema integrato che coinvolge con diversi gradi di responsabilità le istituzioni, i produttori, i fornitori, i distributori, i consulenti (interni o esterni all’organizzazione) e i consumatori. Questi ultimi devono riporre sempre più attenzione possibile nella scelta degli alimenti al momento dell’acquisto.
l’OSA (Operatore del Settore Alimentare) deve esaudire anche i requisiti attesi dai consumatori, i cosiddetti requisiti qualità. Pertanto nel settore della Sicurezza Alimentare operano diverse figure professionali, a collaborare al fine di minimizzare il rischio alimentare. Nessuna attività umana, si conviene ricordare, ha però un rischio zero. Il rischio zero non esiste; dunque l’uomo agisce rendendo il rischio accettabile, riducendo quanto più possibile l’entità degli eventuali danni per la salute del consumatore e limitando le probabilità di accadimento.
Come è emerso dalle ultime indagini INRAN condotte nel nostro paese riguardo alle etichette dei prodotti alimentari: il 43% dei soggetti dichiara di leggerle spesso o sempre, abitudine più diffusa tra le donne (55%) che tra gli uomini (solo 28%). Le informazioni che vengono lette più frequentemente (spesso o sempre) risultano essere, nell’ordine, la scadenza del prodotto (74%), le modalità di conservazione (44%), le modalità d’uso (41%), la provenienza del prodotto (37%), l’elenco degli ingredienti (34%), il contenuto in nutrienti (26%), il tipo di additivi presenti (24%), tutte le informazioni riportate (23%).