Il grande erudito latino del periodo augusteo, Terenzio Varrone, scriveva: “senectus ipse morbus” ovvero la senescenza è di per se una malattia. Patologia, quindi che va opportunamente indagata e curata. Innanzitutto deve essere fatta una distinzione tra invecchiamento e senescenza. Per invecchiamento si intende un qualsiasi cambiamento frutto del passaggio del tempo, è un termine neutro senza valenze positive o negative, che fa semplicemente riferimento al tempo cronologico.
Per senescenza si intende invece il venir meno di capacità, l’indebolimento delle forze e la maggiore morbilità, che sono associate solo in parte con l’invecchiamento fisiologico dell’individuo. La senescenza è una caratteristica interna di ciascuna persona, che indica il pernicioso passare del tempo.
Quali sono i fattori della senescenza? In estrema sintesi possiamo ricondurli a tre e per ognuno di essi esiste una proposta terapeutica di arginamento.
Il primo elemento è la progressiva diminuzione dell’energia vitale, della spinta alla riproduzione ed al rinnovamento delle nostre cellule. Questo dipende in parte dal depauperarsi di alcuni elementi energetici costitutivi e dalla diminuzione del contenuto di acqua del corpo. Esistono oggi sostanze capaci di rifornire di Idrogeno ed Ossigeno il nostro organismo e di ricaricare le nostre pile. Inoltre cala la spinta vitale di tipo ormonale. In particolare diminuiscono i livelli dell’ormone della crescita, la quale cosa comporta una alterazione strutturale di muscoli e ossa. Può essere controindicato il supplementare direttamente l’ormone ma è senz’altro utile l’integrazione dietetica nel proprio piano alimentare con aminoacidi specifici, quali ad esempio Arginina, Ornitina e Citrullina, che sostengano i livelli di questo ormone chiave della forza fisica e psichica.
Il secondo elemento è l’accumulo di radicali liberi dell’ossigeno; queste sostanze infiammatorie sono prodotte inevitabilmente nell’ambito del metabolismo corporeo. L’organismo brucia gli elementi nutritivi utilizzando Ossigeno e ne risultano scorie atomiche attivate che danneggiando le strutture proteiche organiche, determinano il progressivo invecchiamento di organi e tessuti. Il corpo è dotato di un complesso ed efficiente sistema per neutralizzare i radicali liberi, ma esso si indebolisce con il tempo e diviene insufficiente. Un’alimentazione e un’integrazione con antiossidanti può essere una buona soluzione, ma non è così semplice usarli utilmente, come sembrerebbe leggendo dalla stampa corrente. Gli antiossidanti agiscono ossidandosi a loro volta e in alcune circostanze possono risultare peggiorativi, soprattutto in vista di accumuli eccessivi. Devono essere quindi scelti individualmente e dilazionati.
Ad esempio il B-carotene, utilissimo per proteggere pelle e mucose, può essere uno stimolo carcinogenetico nel fumatore. Il selenio, minerale anti ossidante per eccellenza, in alcuni soggetti, stimola l’insorgenza di diabete.
Il terzo elemento è l’accumulo di metalli pesanti nell’organismo, oggi assai comune, per l’abbondanza di queste sostanze tossiche nell’ambiente inquinato. Il meccanismo è semplice… L’individuo anziano, spesso si alimenta poco ed in maniera squilibrata, inoltre l’assorbimento intestinale delle varie sostanze declina. In presenza di una carenza di Zinco, l’organismo in alternativa capta dall’ambiente un elemento simile ma tossico, quale il Cadmio, causa misconosciuta di moltissimi casi di ipertensione senile. In presenza di uno squilibrio del metabolismo del Calcio e del Magnesio, l’organismo più facilmente assume dall’ambiente il Piombo o l’Alluminio, causa entrambi di alcuni tipici danni senili al sistema nervoso ed all’apparato muscolare. Una corretta alimentazione personalizzata, integrata se necessario da elementi vitali, non farà spazio all’accumulo di metalli tossici.
La maggioranza degli uomini con l’avanzare dell’età tende a perdere la muscolatura negli arti inferiori ed i….capelli…è una questione anche di cellule staminali, ma il progresso scientifico permette sempre di migliorare.
È recente la notizia pubblicata su “Cell Metabolism” che proprio le cellule staminali site nei follicoli piliferi sarebbero la chiave di svolta per prevenire l’alopecia, per rallentare l’invecchiamento e per far ricrescere finalmente i capelli perduti. Studi dimostrano che l’assenza della proteina “Rictor” può compromettere la reversibilità delle cellule staminali, avviando un lento esaurimento delle stesse nel bulbo e anticipando la caduta dei capelli. Grazie a questa scoperta si aprono nuovi scenari terapeutici, come la modifica delle vie metaboliche per aumentare la capacità rigenerativa dei tessuti, e non solo riguardo la perdita dei capelli. La funzione di tutti i tessuti infatti, dipende dall’attività e dalla salute delle cellule staminali, ed è proprio la loro attività ridotta che provoca l’invecchiamento.
Lo stress accelera l’invecchiamento; l’imbiancamento di peli e capelli è dovuto ad una riduzione molto significativa o addirittura alla scomparsa, delle cellule staminali dei melanociti. La liberazione eccessiva della noradrenalina e del cortisolo, da parte dei neuroni del sistema nervoso simpatico, è la causa della diminuzione del numero delle staminali. Lo stress può essere combattuto anche con l’utilizzo di integratori naturali.
Accettiamo quindi serenamente di diventare più saggi con gli anni ma non subiamo passivamente gli attacchi di quelle sostanze che deteriorano in maniera precoce e anomala i nostri tessuti. Un’alimentazione antiaging è possibile!